nam va in città
giovedì 26 giugno 2014
La pazienza messa troppe volte alla prova diventa rabbia (P. Siro)
La pallina contro
la racchetta da tennis. Toc. La
pallina che rimbalza e il vento la ferma, la tiene sospesa nell’aria, quasi
immobile, non fosse per la forza di gravità, la racchetta che colpisce. Toc. La pallina che scivola oltre la
rete sfiorandola impercettibilmente. La pallina che tocca terra e rotola via. Toc, toc,
toc. Nam, la mano sinistra la usi solo per tirarti indietro i capelli? Sulla
linea in fondo lancio la pallina in aria, curvo indietro la schiena, tengo l’equilibrio
nel movimento braccio destro e sinistro. Toc.
La pallina contro la racchetta. Corro, mi muovo a destra e sinistra e lui che
mi dice dritto o rovescio. Dice che adesso mi lascia senza respiro e sono colpi
su colpi, sono corse a piccoli passi per rimanere ferma nel disegno da
tracciare con precisione, senza sbagliarlo. Toc.
Toc. Toc. Uno, due, tre scambi. Non la prendo. Nam, il fatto che tu abbia una gonnellina fa di te una bellerina o
pensi di poter giocare degnamente? Ho il respiro corto e il sole che mi
accarezza, i capelli appiccicati al viso e i vestiti sulla pelle. Ho i denti
stretti, la rabbia nella pancia. La pallina contro la racchetta da tennis e
ogni colpo è il ricordo di un pezzo di trappola. Toc. La pallina contro la racchetta da tennis e ogni colpo è il
ricordo di una frase che avrebbe dovuto essere vera o taciuta. Toc. Toc.
Toc. Infiniti toc e la rabbia che se
ne va in ognuno di quei colpi. La ballerina del saper scappare via un attimo prima
del troppo tardi.
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